Rifacimento del Coperto della Cappella degli Scrovegni a Padova
L’architettura della Cappella, di stile romanico-gotico, è molto semplice e il suo esterno non lascia supporre il prezioso e meraviglioso ciclo pittorico che contiene all’interno: essa infatti fu completamente affrescata da Giotto tra il 1305 ed il 1310, per conto della nota famiglia padovana degli Scrovegni, il cui capostipite è ricordato da Dante (Inferno XVII 64-70).
Nei primi anni del 60, tra il 62 ed il 63, si decise di ristrutturare la Cappella che, anche a causa degli eventi bellici, oltre che per vetustà, presentava crepe e dissesti, e tra gli altri interventi si sostituirono le catene medioevali con nuove catene e le strutture del coperto in legno gravanti sulla volta a botte con capriate di acciaio che poggiano soltanto sui muri perimetrali.
Tra gli altri accorgimenti ci fu quello di costruire tutto intorno all’edificio della Cappella, un capannone metallico provvisorio per evitare danneggiamenti causati, una volta tolta la vecchia copertura, dagli agenti atmosferici alla volta e soprattutto ai sottostanti affreschi. Inoltre una monorotaia aggettante dal capannone servì per togliere le vecchie strutture e montare le nuove capriate.
Particolare cura si ebbe anche nel sostituire le catene delle quali erano rotte quattro su cinque. Esse furono sostituite dopo aver puntellato le murature esterne e furono tesate con una tensione prestabilita agendo passo passo sulle viti previste sulle teste esterne delle catene.
G. Romaro, "Restauro e riuso di tre edifici monumentali nel territorio padovano", Galileo n.148, novembre-dicembre 2005
Nei primi anni del 60, tra il 62 ed il 63, si decise di ristrutturare la Cappella che, anche a causa degli eventi bellici, oltre che per vetustà, presentava crepe e dissesti, e tra gli altri interventi si sostituirono le catene medioevali con nuove catene e le strutture del coperto in legno gravanti sulla volta a botte con capriate di acciaio che poggiano soltanto sui muri perimetrali.
Tra gli altri accorgimenti ci fu quello di costruire tutto intorno all’edificio della Cappella, un capannone metallico provvisorio per evitare danneggiamenti causati, una volta tolta la vecchia copertura, dagli agenti atmosferici alla volta e soprattutto ai sottostanti affreschi. Inoltre una monorotaia aggettante dal capannone servì per togliere le vecchie strutture e montare le nuove capriate.
Particolare cura si ebbe anche nel sostituire le catene delle quali erano rotte quattro su cinque. Esse furono sostituite dopo aver puntellato le murature esterne e furono tesate con una tensione prestabilita agendo passo passo sulle viti previste sulle teste esterne delle catene.
G. Romaro, "Restauro e riuso di tre edifici monumentali nel territorio padovano", Galileo n.148, novembre-dicembre 2005