Edifici Multipiano a Riyadh (Arabia Saudita)
Anno: 1978-1979
Committente: Rashid Engineering
Progetto architettonico: Studio Nervi
Ditta Costruttrice delle strutture metalliche: Galtarossa-Lonardi Consorzio per Costruzioni in Acciaio
Progetto strutturale: Italprogetti, Roma; Studio Giorgio Romaro, Padova
Si tratta di un complesso di quattro edifici a torre: uno a pianta rettangolare di 74x25m con altezza di 100m e gli altri tre con piante a forma di settori di un’unica corona circolare con raggio esterno di 47m e raggio interno di 28m; ogni torre ha 60m di sviluppo sull’asse. I tre edifici, più alti di quello a pianta rettangolare, hanno uin’altezza che varia a “canna d’organo”.
Mentre nell’edificio a pianta rettangolare la stabilità è stata affidata al collegamento con una torre centrale di cemento armato, negli altri tre la stabilità è stata affidata completamente alle strutture di facciata in acciaio:
telai a nodi rigidi longitudinali e pareti controventate trasversali.
La soluzione tecnologica concentra sulle colonne le lavorazioni di saldatura mentre limita la lavorazione delle travi al taglia-fora. In particolare:
nodi a ripristino dell’omogenea resistenza al solo taglio per le travi afferenti alle colonne interne; nodi a ripristino dell’omogenea resistenza a momento e taglio per le travi afferenti alle colonne di facciata prevedendo elementi a martello come collegamento trave-colonna mediante bulloni ad alta resistenza preserrati; impiego di giunti a flangia precompressi per i giunti di estremità delle colonne. La scelta delle più opportune giunzioni in funzione del modello statico globale ha portato ad un’elevata produttività conseguente ad un risparmio notevole di forature, di bulloni e di saldature ed alla possibilità di lavorazioni automatiche sia nella foratura che nella saldatura dei pezzi.
In tutte le colonne il giunto a flangia, mediante operazioni di taglio e spianatura, ha permesso di superare con facilità le tolleranze di “fuori piombo” imposte dalla Committente, tolleranze che normalmente in edifici di tali altezze vengono raggiunte per mezzo di coprigiunti con bulloni calibrati, quindi con lavorazioni molto costose. E’ interessante notare, anche, l’indubbio vantaggio nel trasporto e nel montaggio, specie delle colonne concepite senza tronchetti saldati.Particolare cura è stata pure dedicata allo studio degli agganci delle pareti con forature nelle sole travi, cosicché la loro posa non ha richiesto saldature in opera ed ha potuto procedere parallelamente al montaggio delle strutture.
Bibliografia :
G. Romaro: “Influenza delle tecniche di lavorazione e montaggio sulla progettazione strutturale” ACCIAIO n. 7-8/1983
Committente: Rashid Engineering
Progetto architettonico: Studio Nervi
Ditta Costruttrice delle strutture metalliche: Galtarossa-Lonardi Consorzio per Costruzioni in Acciaio
Progetto strutturale: Italprogetti, Roma; Studio Giorgio Romaro, Padova
Si tratta di un complesso di quattro edifici a torre: uno a pianta rettangolare di 74x25m con altezza di 100m e gli altri tre con piante a forma di settori di un’unica corona circolare con raggio esterno di 47m e raggio interno di 28m; ogni torre ha 60m di sviluppo sull’asse. I tre edifici, più alti di quello a pianta rettangolare, hanno uin’altezza che varia a “canna d’organo”.
Mentre nell’edificio a pianta rettangolare la stabilità è stata affidata al collegamento con una torre centrale di cemento armato, negli altri tre la stabilità è stata affidata completamente alle strutture di facciata in acciaio:
telai a nodi rigidi longitudinali e pareti controventate trasversali.
La soluzione tecnologica concentra sulle colonne le lavorazioni di saldatura mentre limita la lavorazione delle travi al taglia-fora. In particolare:
nodi a ripristino dell’omogenea resistenza al solo taglio per le travi afferenti alle colonne interne; nodi a ripristino dell’omogenea resistenza a momento e taglio per le travi afferenti alle colonne di facciata prevedendo elementi a martello come collegamento trave-colonna mediante bulloni ad alta resistenza preserrati; impiego di giunti a flangia precompressi per i giunti di estremità delle colonne. La scelta delle più opportune giunzioni in funzione del modello statico globale ha portato ad un’elevata produttività conseguente ad un risparmio notevole di forature, di bulloni e di saldature ed alla possibilità di lavorazioni automatiche sia nella foratura che nella saldatura dei pezzi.
In tutte le colonne il giunto a flangia, mediante operazioni di taglio e spianatura, ha permesso di superare con facilità le tolleranze di “fuori piombo” imposte dalla Committente, tolleranze che normalmente in edifici di tali altezze vengono raggiunte per mezzo di coprigiunti con bulloni calibrati, quindi con lavorazioni molto costose. E’ interessante notare, anche, l’indubbio vantaggio nel trasporto e nel montaggio, specie delle colonne concepite senza tronchetti saldati.Particolare cura è stata pure dedicata allo studio degli agganci delle pareti con forature nelle sole travi, cosicché la loro posa non ha richiesto saldature in opera ed ha potuto procedere parallelamente al montaggio delle strutture.
Bibliografia :
G. Romaro: “Influenza delle tecniche di lavorazione e montaggio sulla progettazione strutturale” ACCIAIO n. 7-8/1983